Giovanna Canzano
Presidente di
Cultura in Cammino
presenta il
libro
di Italo Abate
Premio letterario per la saggistica inedita
“I Murazzi 2024”
Partecipa alla narratio
Carlo Di Lieto
Docente di Letteratura Italiana, Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli
GALLERIA LA PIGNA
Palazzo Maffei Marescotti, via Della Pigna, 13/a, Roma
15 maggio 2025 ore 17:00
Con la narrazione del mondo romano, saranno commentati i
vari tipi di marmo - utilizzati nell’architettura, nella statuaria e
nell’arredo delle domus dell’aristocrazia romana - estratti dal II sec. a.C. al
tardo impero nelle province orientali e occidentali dell’impero; cipollino
rosso, verde antico, porfido rosso, alabastro cotognino, lychnites, pentelico,
pavonazzetto, lunensis… sono le accattivanti denominazioni dei marmorari romani
per indicare la loro provenienza dall’Egitto, dall’Asia Minore, dalla Grecia,
…; il marmo - pietra grezza – ha subito
adattamenti, reimpieghi; è stato trascinato lungo percorsi e sentieri di
montagna, attraversato fiumi e mari; scolpita, rimodellata nelle officinae
del Campo Marzio, di Atene, Docimium e Afrodisia; eretta nei pronao, nei
templi, colonnati e porticati; pavimentato basiliche, poi distrutta, devastata,
scomposta, trasportata da una città all’altra, dai fori ai musei, dalle terme
alle basiliche, riadattata per nuovi impieghi in altri ambienti; assemblata ed
associata ad altri marmi, ma pur sempre
bella, splendente, immutabile, ricca di fascino e storia, orgogliosa di essere la più bella delle
pietre. Ogni civiltà ha avuto la sua pietra, il suo mito, la sua leggenda, la
sua storia ed il suo significato arcano. Età classica, ellenismo, medioevo,
rinascimento, neoclassicismo non hanno potuto fare a meno dei marmi per
comunicare la bellezza di Venere, l’armonia dell’architettura, lo splendore
dell’arte. I resti dei marmi antichi ancora oggi comunicano il messaggio di
Ovidio: “tutto cambia, nulla muore”.
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