Giovanna Canzano
incontra intellettuali e politici

domenica 12 aprile 2015

CONFLITTUALITA' CLASSICA E NON CONVENZIONALE


                                            
Ingegnere Giorgio Prinzi - Colonnello Giulio Martini -  Ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis - dottor Davide Santonastaso - dottoressa Giovanna Canzano - Fabrizio Di Ernesto - Colonnello Professor Vittorfranco Pisano - Generale Fernando Termentini

CONFLITTUALITA' CLASSICA E NON CONVENZIONALE
SCONTRI IN ARMI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


CASTELLO ORSINI
SALA CONFERENZE
piazza Mateotti 21
Fiano Romano


 19 aprile 2015 ore 16.30



Introduce
dottoressa Giovanna Canzano
(presidente Associazione Cultura in Cammino)

Saluti da:
dottor Davide Santonastaso
(Vice-Sindaco ed Assessore alla Pubblica Istruzione)

Panel relatori

Ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis "L'esperienza di un Reduce della Guerra di Liberazione, in un contesto di conflitto tra eserciti contrapposti, formazioni operanti oltre le linee, resistenza in armi e resistenza inerme delle popolazioni."

Colonnello Professor Vittorfranco Pisano "Aspetti caratteristici e peculiari delle diverse forme di conflittualità."

Generale Fernando Termentini "L'esperienza di un operatore di pace sia nell'ambito delle Forze Armate che in quello delle Ong."

Colonnello Giulio Martini  "Gli aspetti della tutela delle persone, dell'ambiente e del patrimonio culturale in situazioni di crisi e di conflitto in armi."

Ingegnere Giorgio Prinzi "Le vittime incolumi i primi soccorritori di se stessi e delle comunità colpite. Il volontariato organizzato ed inquadrato".

dottor Davide Santonastaso "Compiti e Responsabilità degli Enti e delle Strutture sul Territorio."

modera
Fabrizio Di Ernesto (giornalista)



INTRODUZIONE
19 APRILE 2015
  di Giovanna Canzano

L’idea di questo seminario prende forma con lo svolgimento del precedente evento del 17 gennaio 2015 dedicato alla questione del contenzioso tra Israele ed Autorità Nazionale Palestinese.
   In un contesto di contrapposizioni, a volte con sbocchi violenti e drammaticamente conflittuali, organizzazioni quali la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, svolgono ruolo, spesso silente perché sovrastato dal rumore delle armi, importante di costruzione e di mediazione della pace in nome di superiori concetti e principi che rimango vivi e vitali e non possono venire oscurati neppure dalla drammaticità del contesto conflittuale.
   Purtroppo da quei giorni il contesto conflittuale si è esteso ad un’area sempre più ampia, manifestandosi in forme che hanno fortemente turbato e che profondamente preoccupano le opinioni pubbliche mondiali, in particolare quella italiana, tra l’altro fortemente divisa a causa degli oggettivi problemi che il trovarsi ai margini, quindi di fatto a diretto contatto con le aree di crisi, comporta, ad esempio, in termini di pressione di migranti e di esuli.
   Così è nata l’idea di affrontare la questione nella sua globalità esaminando le diverse forme inquadrabili nella conflittualità classica, quella di eserciti contrapposti sul campo di battaglia, e quella non convenzionale, dove il conflitto in armi non si caratterizza tra forze omologhe contrapposte lungo una linea di fronte, ma assume forme sfaccettate e non per questo meno drammatiche e crudeli.
   Così è nata l’idea di organizzare un incontro, quello odierno, sul tema “Conflittualità classica e non convenzionale: scontro in armi e cooperazione internazionale”.
   Da qui la scelta di un gruppo di relatori esperti e qualificati in grado di illustrarne i diversi aspetti su cui innescare la riflessione, se non proprio indicarne soluzioni e rimedi.
   Questa l’idea guida che ha ispirato l’Associazione “Cultura in Cammino” e che guiderà il moderatore del tavolo, il giornalista Fabrizio Di Ernesto, nello sforzo di stimolare i relatori ad esprimersi ad unisono verso una comune finalità volta a conoscere meglio l’argomento e ad individuarne possibili sbocchi, ovviamente non conflittuali, ma di pacificazione e cooperazione.
   La questione verrà introdotta da un inquadramento didascalico del professor Vittorfranco Pisano, che ha teorizzato l’esperienza pratica di una vita da ufficiale della Polizia Militare statunitense impegnato nel contrasto al terrorismo, frutto all’epoca anche della divisione in blocchi contrapposti in una folle minaccia di devastante guerra moderna, che fortunatamente non si è concretizzata.
   Purtroppo, con la fine della guerra fredda non è “scoppiata la pace”, come si diceva quasi esultando dopo l’abbattimento del “Muro di Berlino”, anzi si sono aperte nuove aree di crisi e di contrapposizione non certo meno drammatiche e potenzialmente devastanti.
   Quali gli scenari possibili? Il colonnello Pisano saprà indicarci una via d’uscita?
   Gli aspetti della realtà conflittuale armata e degli sforzi diplomatici per realizzare una realtà di convivenza verranno affrontati da un militare, il generale proveniente dall’Arma del Genio Fernando Termentini che all’esperienza in diverse aree operative, inquadrato nei ranghi delle Forze Armate italiane, ha aggiunto, una volta lasciato il servizio attivo, quella dello sminamento umanitario da operatore civile nell’ambito della cooperazione internazionale attuata attraverso le Ong. Temi di grande attualità insieme a quelli dell’uranio impoverito e delle armi chimiche, di cui poco si conosce se non che sono una sorta di “atomica dei poveri” nel senso che possono generare stermini di massa a costi contenuti, estremamente più bassi delle temutissime bombe atomiche che comunque, facendoci correre il rischio della sicura mutua distruzione, paradossalmente hanno evitato l’insorgenza di un conflitto di quel genere.
   In sinergia l’ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis, reduce della Seconda Guerra Mondiale e combattente contro i totalitarismi nello spirito risorgimentale italiano, illustrerà gli aspetti giuridici, storici e diplomatici connessi alla conflittualità sul campo di battaglia. Originariamente avrebbe dovuto parlare della sua personale esperienza di combattente e reduce, oggi Presidente Nazionale del Sodalizio che si ispira a quegli eventi. Poi la cronaca e la sua forte risonanza mediatica hanno portato a rivedere l’originario tema della sua relazione, che non sarà quello riportato nel programma del seminario, ma riguarderà l’analisi e l’illustrazione dei quattro moderni genocidi, quello armeno oggi di grandissima attualità dopo la presa di posizione di Papa Francesco I e la dura replica del Presidente turco Erdogan, quello nazista e quello stalinista ed ultimo quello bosniaco. Cosa hanno fatto in quei contesti le istituzioni internazionali, con riferimento odierno all’Unione Europea.
   Affronteremo quindi con il dottor Giancarlo Giulio Martini e con l’ingegnere Giorgio Prinzi gli aspetti operativi sul campo. Il dottor Martini è colonnello, proveniente dall’Arma dei Carabinieri, del Corpo Militare della Croce Rossa, una struttura militarmente organizzata per combattere battaglie umanitarie di difesa della vita contro le offese e le calamità naturali e quelle intenzionalmente messe in atto dall’uomo nella follia della guerra. Il dottor Martini si soffermerà anche sugli aspetti della tutela in situazioni conflittuali del patrimonio ambientale e culturale, un bene da tutelare e preservare in nome della civiltà.
   L’ingegnere Prinzi, partendo dalla sua personale esperienza nell’ambito dell’Associazione d’Arma del Genio e delle Trasmissioni, maturata tra il 1980 ed il 1986, proporrà un modello di organizzazione volontaria permanente contro le calamità naturali e quelle conflittuali che veda impegnati i cittadini nella gestione delle emergenze che possano colpirli.
   Infine il dottor Davide Santanastaso, Vicesindaco di Fiano Romano, parlerà dei compiti e delle responsabilità degli Enti che operano sul territorio a livello locale, ragione fondamentale per cui ci troviamo qui in questa sala a discutere di una tematica che ha caratteristiche globali e dimensioni strategiche e geopolitiche, ma che in ultima analisi coinvolgono in prima persona i cittadini, quindi le comunità locali e gli Enti primari sul territorio, quali appunto i Comuni, purtroppo non tutti sensibili, attenti, disponibili ed impegnati, quale il nostro di Fiano Romano che sentitamente ringraziamo.
   Ora non mi resta che passare il testimone al giovane amico dottor Fabrizio Di Ernesto, che invito a mettere sotto sferza i relatori perché diano il meglio di se stessi.

   Invito il pubblico a seguire con attenzione critica, perché anch’esso non sfuggirà alla responsabilizzazione attiva, con uno spazio finale dedicato ai quesiti ed alle osservazioni da parte della platea.